Shakespeare a Parigi

Chi l’avrebbe mai pensato che nel francesissimo centro di Parigi potesse esistereun libreria inglese? E che libreria… le parole di Bryson, nel suo libro che tacconta il suo  esilarante viaggio nelle principali città europee, ce la descrivono. Starà a voi poi, assaporarne l’atmosfera.

Dopo aver cenato in un ristorante alla buona, mezzo vuoto, in una stradina secondaria, costeggiai a piedi il fiume, e seminando dietro di me una scia di rutti, mi diressi verso Shakespeare & Co., una libreria di testi inglesi dall’aspetto stupendamente malinconico, invasa di ragnatele e odori di muffa, con vecchi romanzi dimenticati di scrittori come Warwick Depping. In ogni angolo c’erano poltrone bitorzolute e divani sfondati, occupati da giovanotti con occhialetti da intellettuale che, chini sui libri in vendita, se li leggevano dalla prima all’ultima pagina (ne vidi uno, l’aria da topo da biblioteca, fare l’orecchia alla pagina di un libro prima di riporlo sulla mensola, e dopo avermi lanciato un’occhiata minacciosa, dileguarsi nella notte). Quel luogo emanava un’atmosfera mondana d’altri tempi, benchè non abbia idea di come facesse a rimanere ancora aperto. Non solo il tipo alla cassa era a dir poco sottoccupato-molto sporadicamente gli toccava abbassare il libro che stava leggendo per concludere una minuscola vendita- ma l’ubicazione del suo negozio, sulle rive della Senna, direttamente all’ombra di Notre Dame, doveva comportare un affitto stratosferico. In altre parti del mondo, Shakespeare & Co sarebbe il classico negozio di souvenir che vende piccoli bassorilievi in metallo della catterale, portacenere con l’immagine stampata di Quasimodo, strisce di diapositive, cartoline e magliette con la scritta Ou-la-la, o magari uno di quei bar a velocità supersonica, dove frenetici camerieri che sfrecciano per il locale vi fanno aspettare quaranta minuti prima di prendere l’ordine, quindi vi lasciano chiaramente capire che avete venticinque secondi a disposizione per finire il caffè, mangiare il vostro babà al rum e togliervi dalle palle, e che non vi venga in mente di chiedere un bicchiere d’acqua, se non volete che vi ci sputino dentro. Come abbia fatto a sopravvivere a un destino tanto ingrato, resta per me un mistero; fatto sta che mi predispone a quel giusto stato d’animo pieno di ammirazione con il quale, mentre facevo ritorno all’albergo, attraversando le stradine buie, giudicai che Parigi fosse davvero bella.

Tratto da: Una città o l’altra di  Bill Bryson

La Shakespeare e Co, la trovate al 37 rue de la Bûcherie 75005 Paris e a questo sito internet: http://www.shakespeareandcompany.com/index.php

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