Una curiosa tradizione mediterranea, mette in relazione la nascita di una figlia, con la crescita del cipresso.
Rintracciabile nell’antica Roma, in Grecia e specialmente in Islanda, questo costume prevedeva ad ogni nuova nata la presenza di un nuovo albero nel giardino della casa.
Dal numero dei cipressi del cortile si sarebbe potuto dire quante ragazze vivevano nella famiglia.
La bambina e il cipresso crescevano insieme, fino al compimento del diciottesimo anno di età.
Qui l’albero, veniva tagliato, per ricavarne la dote di matrimonio, solitamente legna per imbarcazioni o il tronco utilizzato come albero maestro.
Il taglio dell’albero simboleggia il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta.
Ai nostri giorni questa tradizione è andata perduta. Anche se sempre è viva l’usanza di piantare un albero alla nascita di un figlio, questo gesto ha perso il suo significato primo: l’albero visto come bene necessario per garantire alla famiglia un buon matrimonio, dando vita ad uno stretto legame tra l’ambiente e la comunità.
Oggi piantare un albero, significa augurare al figlio di vivere una vita longeva.
Speriamo che la tradizione di piantare alberi non muoia, ma si consolidi!